Mou
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Io penso questo: accostarsi a qualsiasi serie italiana usando come metro di paragone le pietre miliari made in USA (ho sentito citare Breaking Bad, House of Cards...) è quanto di più deleterio si possa fare, perché è lampante il nostro essere anni luce indietro come storie e scritture.
1992 è una serie coraggiosa, imho più ambiziosa di Romanzo Criminale e Gomorra: finalmente si prendono di mira dei soggetti contemporanei facilmente riconoscibili, soggetti che fino a qualche anno fa sembravano inattaccabili da un certo tipo di televisione. Ma vi immaginate qualche anno fa una serie incentrata sulla ascesa politica di Berlusconi? Poi per carità, si romanza, ci saranno varie inesattezze storiche su Tangentopoli, ma la creazione del personaggio Berlusconi mi sembra narrata con un tono tutt'altro che accondiscendente.
Ho visto cose buone e cose meno buone. Sugli scudi Fabrizio Contri (Dell'Utri, per me il migliore!) e Caprino (Bosco, prepotente e bestiale); bocciata Tea Falco (checché ne dica lei, qualunque sia la sua provenienza, ha una pronuncia che storpia la cadenza delle parole, non si può sentire), Roja (il Dandy, vive di gloria riflessa, gli atteggiamenti sono quelli), Diele (Luca Pastore, imperscrutabile).
Miriam Leone bella come il sole ma la lascio in sospeso, ha un ruolo difficile e in certi momenti sembra rimanerne schiacciata, come se volesse dare a Veronica Castello una profondità al di sopra delle sue capacità recitative.
Chiudo su Accorsi: davvero non riesco a capire se è un grande attore o un grande bluff.
1992 è una serie coraggiosa, imho più ambiziosa di Romanzo Criminale e Gomorra: finalmente si prendono di mira dei soggetti contemporanei facilmente riconoscibili, soggetti che fino a qualche anno fa sembravano inattaccabili da un certo tipo di televisione. Ma vi immaginate qualche anno fa una serie incentrata sulla ascesa politica di Berlusconi? Poi per carità, si romanza, ci saranno varie inesattezze storiche su Tangentopoli, ma la creazione del personaggio Berlusconi mi sembra narrata con un tono tutt'altro che accondiscendente.
Ho visto cose buone e cose meno buone. Sugli scudi Fabrizio Contri (Dell'Utri, per me il migliore!) e Caprino (Bosco, prepotente e bestiale); bocciata Tea Falco (checché ne dica lei, qualunque sia la sua provenienza, ha una pronuncia che storpia la cadenza delle parole, non si può sentire), Roja (il Dandy, vive di gloria riflessa, gli atteggiamenti sono quelli), Diele (Luca Pastore, imperscrutabile).
Miriam Leone bella come il sole ma la lascio in sospeso, ha un ruolo difficile e in certi momenti sembra rimanerne schiacciata, come se volesse dare a Veronica Castello una profondità al di sopra delle sue capacità recitative.
Chiudo su Accorsi: davvero non riesco a capire se è un grande attore o un grande bluff.